LE PRIMARIE DI FACCIATA NEL CENTROSINISTRA LUCANO

21.09.2013 11:34

 

18.09.2013 07:54

L'opinione a cura di Nicola Melfi  www.radiosenisenews.net

 Non occorre scomodare l'alta ingegneria politica e lo sanno anche i sassolini: le primarie del centrosinistra lucano di domenica prossima si giocano esclusivamente nel recinto del Pd. Anche stavolta, e la cosa non stupisce, viene meno il benchè minimo progetto di coalizione.

A fronte di una autentica rivoluzione copernicana, le scarsissime chance del centrista Nicola Benedetto e dell'ambientalista Miko Somma sono il paravento nella disfida tra il vicepresidente uscente Marcello Pittella e l'attuale titolare del governo del Potentino, Piero Lacorazza. Misurarsi con l'elettorato in nome del rinnovamento c'entra come i cavoli a merenda. E' qualcosa di più vasto e complesso.

Si va alle urne in novembre con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale per via dell'inchiesta Rimborsopoli. Pittella al momento è l'unico fra gli indagati a scendere in campo. Al contrario della logica politica, secondo quella etica non avrebbe dovuto farlo. Ma è anche vero che il tutto va visto nella sua interezza, a liste ultimate. Come non è scontato affatto l'effetto sorpresa, ritrovando più di qualcuno rientrato dalla finestra.

Il Pd, ad esempio, non ha messo le cose in chiaro già dall'inizio. Continua a tergiversare senza concludere l'azione in porta. Un istante dopo la nomina a capogruppo alla Camera, Roberto Speranza avrebbe fatto bene a rimettere sul tavolo la carica di segretario regionale, in virtù di una pregressa ingestibilità. Non lo ha fatto. Non prima, di procedere alle passaggio di consegne, anche se pro tempore (ma verrà confermato dal congresso) nelle mani dello stesso De Filippo. Il quale, proprio in occasione del suo debutto alla festa del Pd Tramutola, ha subito un'accesa contestazione.

Sorti equilibrate al fotofinish: Speranza resta a Roma (cassando a questo punto ogni disegno iniziale da futuro governatore), De Filippo stratega mentre fuoriserie a puntino per Lacorazza. Siglato il patto di non belligeranza fra l'asse Folino-Bubbico e lo stesso De Filippo, salvo colpi di scena e franchi tiratori, ora il grosso del Pd è con il presidente della provincia. Nell'altro versante, a mo' di capro espiatorio, l'inviperito Pittella per le scelte “esoteriche” del partito. Sarà lui a presentare il conto finale. Se non dovesse entrare nel listino, con un partito ricompattato almeno all'apparenza, ne avrà già pronta una “ad personam”. Un'inevitabile implosione del Pd avvantaggerebbe il centrodestra, da sempre all'opposizione. Questo in altri contesti. Ma siamo in Basilicata, terra dove l'utopia è purtroppo una regola.